Dove stavamo noi erano ville e alcuni principali de quelle. Li nomi de le quattro abitazioni de li re sono questi: Oibich, Lichsana, Suai e Cabanaza. Oibich è la maggiore: in Cabanaza, siccome ne fu detto, si trova molto oro in uno monte; e comperano tutte le sue cose con pezzetti de oro. Tutto lo sandalo e la cera, che contrattano quelli de Giava e de Malacca, contrattano da questa banda. Aqui trovammo uno giunco de Luson venuto per mercatandare sandalo.
Questi popoli sono Gentili e quando vanno a tagliare lo sandalo, come loro ne dissero, se li mostra lo demonio in varie forme e gli dice, se hanno bisogno de qualche cosa, glie la domandino; per la quale apparizione stanno infermi alquanti giorni.
Lo sandalo si taglia a un certo tempo de la luna, perchè altramente non sarebbe buono. La mercanzia, che vale quivi per lo sandalo, è panno rosso, tela, accette, ferro e chiodi. Questa isola è tutta abitata e molto lunga, da levante a ponente, e poco larga, da mezzodì a tramontana. Sta de latitudine al polo Antartico in dieci gradi, e cento e sessantaquattro gradi e mezzo di longitudine de la linea de la repartizione, e se chiama Timor. In tutte le isole [che] avemo trovato in questo arcipelago regna lo mal de San Iop e più quivi, che in altro luogo e lo chiamano for franchi, cioè mal portoghese.
Lungi una giornata di qui, tra il ponente e il maestrale, ne fu detto trovarsi un'isola, ne la quale nasce assai cannella, e se chiama Ende. El suo popolo è Gentile e non hanno re; e come sono a la medesima via molte isole, una dietro l'altra, insino a Giava Maggiore e al Capo di Malacca, li nomi de le quali sono questi: Tanabutun, Crenochile, Bimacore, Arauaran, Main, Zumbava, Lamboch, Chorum e Giava Maggiore.
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