Ne chiesi dieci pistole, ma dopo avere assai dibattuto, me ne offrì otto, fornendomi la pergamena, l'oro ed i colori, e così fummo d'accordo. Gli feci una lista di quel che mi bisognava, mettendovi dentro più bianco di cerussa che non altri colori. Cominciai a lavorare e in meno di venticinque giorni ebbi finito tutto. I denari, in verità, finirono poi tutti a poco a poco nella borsa di fra' Stoppino, poiché tutta la nostra spesa passava per le sue mani; ma tuttavia ci guadagnai molto, cioè la pergamena, i colori e le altre cose che mi rimasero in mano; e questa provvista mi tornava assai utile pel mio gran progetto.
In questo mentre si notò che le mura del corpo di fabbrica dove avevamo le nostre camere, s'erano staccate dai fondamenti circa per la lunghezza di mezzo piede.7 L'architetto che le visitò, disse che, se non si racconciavano, l'edifizio rovinerebbe presto. Perciò la Congregazione risolse di farvi lavorare e di mettervi buone chiavi di ferro per assodare le mura ed impedir loro di spiccarsi. Ma poiché per lavorare alle fondamenta era necessario muovere assai terra e scavare nel cortile grande, sopra il quale guardavano le nostre camere, e poiché nei grandi caldi di quella stagione quel lavoro avrebbe potuto corromper l'aria ed appestare i poveri prigionieri, la Congregazione fece un decreto ordinando che fossimo messi tutti da un'altra parte dove avemmo un po' più di libertà.
Si può pensare quanto ci consolasse questo cambiamento! Ci trovammo in un'aria più libera, con la vista di un luogo piacevole dove c'era un giardino ed alcune fontane.
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