Il 28 di quel mese mi confessai e comunicai e con una lettera di complimento lo mandai alla Madre Abbadessa di quel nobile monastero; la quale, due giorni dopo, mi scrisse di averlo ricevuto e mi ringraziò.
Intanto il mese di novembre condusse il vento freddo che obbligò il padre Commissario a mutare appartamento. Sloggiò la notte del 6 e tornò al quartiere d'inverno. Noi che abitavamo sotto la camera che egli lasciava e che aspettavamo con tanta impazienza la sua andata, udimmo con immenso piacere il fracasso e ringraziammo di cuore la Divina Provvidenza. Per fortuna nostra in quello stesso giorno, tutti i padri Consultori e Ministri del Sant'Uffizio erano al Convento della Minerva per la Congregazione. Sapete che la Congregazione del Sant'Uffizio si tiene tre volte la settimana. Il lunedì nel palazzo del Sant'Uffizio, il mercoledì alla Minerva e il giovedì davanti al Papa. Dunque erano tutti adunati alla Minerva pel grande processo degli atei napoletani; affare importantissimo, poiché si diceva che fossero più di trentamila; tanto più che v'era un altro punto delicato, cioè che i napoletani pretendono di non essere soggetti all'Inquisizione di Roma, ma soltanto ai tribunali dei loro vescovi diocesani. Avemmo così maggior tempo per preparare la prima volta l'edifizio di letti e di tavole per tentare di rompere la volta. Innalzato il catafalco, Alfonsi fu il primo che salì sopra mentre io stava di guardia alla porta perché non ci sorprendessero. Egli cominciò a lavorare colla punta delle forbici che vi mostrai e con un chiodo che avevo preso andando alla messa, dietro una porta che gli operai accomodavano.
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