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      Essendo venuta l'alba, mi vestii, diedi al pastore quel che mi chiese, mi provvidi di un altro pane e mi rimisi in via.
      Ero poco lontano dalla capanna quando si levò il sole ed incontrai parecchi viaggiatori o mercanti che andavano alla fiera di Civita Castellana. Temendo d'incontrarne qualcuno che mi conoscesse, lasciai la strada battuta e vedendo un contadino nei campi che lavorava, mi rivolsi a lui per chiedergli dove fosse la barca sulla quale si passava il fiume. Mi indicò con la mano certi alberi lontani e mi disse che ivi troverei il traghetto. Seguii la via che m'indicò, tanto più che conoscevo un poco il paese per esserci stato alla caccia delle quaglie e delle allodole, ma prima di arrivare alla barca, sia per essere stato due giorni senza mangiare, sia per la cattiva qualità del cibo preso, il mio stomaco sconvolto restituì quel che avevo mangiato, in modo che mi ritrovai più debole di prima.
      Andai tuttavia fino al traghetto e chiamai il barcaiuolo che era dall'altra parte del fiume, perché mi venisse a prendere; ma mi rispose che il fiume essendo troppo gonfio per le continue piogge, non voleva tragittarmi a meno di mezzo testone. Pensai che se ad ogni traghetto avessi dovuto pagare altrettanto, la mia borsa ben presto sarebbe stata vuota. Gli offrii un paolo, ma non lo volle. Passare a nuoto era esporsi ad annegare, specialmente colla debolezza che mi sentivo addosso; tornare indietro era peggio, poiché sarei caduto nelle mani dei birri. In questa perplessità, sedetti in riva al fiume e poco dopo, dall'altra riva apparve un mercante colle sue robe, per cui il barcaiuolo dovette passarlo e così anch'io passai, al ritorno, pel paolo che avevo offerto.


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Le avventure di Giuseppe Pignata fuggito dalle carceri dell'Inquisizione di Roma
di Giuseppe Pignata
pagine 170

   





Civita Castellana