Pagina (53/170)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      In quella prima notte non mi volle stancare con domande fuori di tempo, ma si contentò di quel che gli avevo detto cenando, e mi lasciò dormire.
      Dormii dodici ore infilate. Il giorno dopo raccontai all'amico tutta la mia storia ed egli mi disse le notizie che aveva ricevuto da Roma sul conto mio, e quelle che si narravano per la città dove eravamo, nella quale io era assai conosciuto. Tre fratelli ch'egli aveva, vedendo che si faceva sempre portare da mangiare in camera e ne usciva di rado, pensavano che avesse qualche innamorata sotto chiave e mormoravano tra di loro. Egli se ne accorse e venne subito ad avvertirmi che per allontanare ogni sospetto voleva farsi vedere per la città come al solito, e che io avessi pazienza di star solo alcune ore; anzi che, per fuggir la noia, gli componessi alcune ariette in musica. Il che feci.
      Ritornato la sera:
      - Sappi - mi disse - che nelle due ore passate fuori, ho inteso molte cose sul conto tuo. Il tale (e mi nominò un mercante della città e suo amico) è tornato da Roma e narra che il Papa ha preso misure straordinarie ed ha dato ordini severissimi per riprenderti a qualunque costo. Cinquanta birri ti hanno cercato alla fiera di Civita Castellana con questi segni: che sei piuttosto piccolo che grande, piuttosto grasso che magro, biondo, di carnagione bianca, tra i 33 e i 34 anni, con una veste da romito fatta di due coperte di lana bianca, con indosso una tabacchiera d'argento, un astuccio da forbici pure d'argento, un anello con una testa di morto che ha due piccoli diamanti nel cavo degli occhi, ed un altro con uno smeraldo e sei diamanti.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le avventure di Giuseppe Pignata fuggito dalle carceri dell'Inquisizione di Roma
di Giuseppe Pignata
pagine 170

   





Roma Roma Papa Civita Castellana