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      La guida promise tutto.
      L'amico mio mi fece indossare una pelliccia da capraio, diede al contadino un fiasco di vino, pane, salame e mezzo formaggio in un sacchetto; indi, tiratomi a parte mi diede due pistole in tante monete d'argento dicendomi:
      - Ti prego a scusarmi del poco denaro che t'offro, ma ti giuro da amico che ti do tutto quel che ho, e che per dartene altro dovrei aspettare almeno quindici giorni. Non ti potrei tenere in casa per tanto tempo senza grande pericolo tuo e mio perché, se per disgrazia ti scoprissero, tu saresti ripreso ed io rovinato affatto. Abbi dunque pazienza, e quando sarai in luogo sicuro, avvertimi. Sta certo che fino al ritorno della guida starò sulle spine. Alla guida non dar nulla, poiché io la ricompenserò al ritorno. Ho in mano tanto di tuo da pagarla bene e non avrà da lamentarsi.
      Cenammo poi, e dopo andò a trovare i suoi fratelli. Ordinò loro d'armarsi e venire con lui.
      Scesero tutti allo scuro e noi con loro uscimmo di casa verso le dieci di sera. La luna era chiara. Appena fuori di città, i fratelli fecero il possibile per conoscermi, ma non lo poterono che a due miglia di là, dove ci separammo baciandoci. Fu allora che mi videro allo scoperto, mi riconobbero e raddoppiammo con tenerezza gli abbracciamenti. Raccomandarono alla guida di aver gran cura di me e sopratutto di non perdere un momento per entrare nel regno di Napoli, poiché sapevano il da fare che si davano per riprendermi.
      Dopo questi teneri e cari addii e dopo due ore di cammino, lasciammo la strada e ci mettemmo per la montagna,13 dove camminammo tutta la notte e il giorno e la notte dopo.


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Le avventure di Giuseppe Pignata fuggito dalle carceri dell'Inquisizione di Roma
di Giuseppe Pignata
pagine 170

   





Napoli