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      Andai avanti con una risoluzione che non si saprebbe spiegare, e quando fummo vicini a quei moschetti, vidi una casetta a man dritta e sentii qualcuno chiamare un cane. Seguitai a camminare ad ogni modo, e un po' più avanti trovai quattro birri che dormivano in mezzo alla strada.
      Passammo felicemente senza esser visti e a cinquanta passi di là, in un quadrivio, c'erano altri quattro birri addormentati che non si svegliarono. Prendemmo la via dritta che va a Licenza dove, vicino ad una cappelletta, trovammo ancora quattro birri addormentati. Allora lasciammo Licenza a destra e voltammo a sinistra per un sentieruccio alla cui entrata era una casa che credetti un'osteria. C'erano quindici cavalli sellati!
      Passammo anche questo pericolo e poco dopo vidi lo stesso contadino del giorno prima. Lo riconobbi alla gala bianca del cappello. Era disteso per terra e dormiva placidamente. Io dissi, sottovoce, alla guida:
      - Ecco il vaccaio! Saltiamo la siepe e scendiamo in fondo al monte per salir l'altro in faccia.
      Così facemmo subito, ma in fondo al monte trovammo un gran fossato che non ci aspettavamo, ma avemmo la fortuna di passarlo, benché coll'acqua sino a mezza vita.
      Quando cominciammo a salire il monte dall'altra parte, riflettei sui pericoli corsi e sulla incredibile fortuna d'aver trovato a dormire tutti quei birri, appostati là per prendermi, e d'esser passato in mezzo a loro senza che si risvegliassero. Mi vennero le lagrime agli occhi per la gioia e l'intenerimento del cuore. Colpito dalla grazia che Dio mi faceva visibilmente con una assistenza tanto miracolosa, non mi stancavo di ripetere ad ogni momento le parole del salmo: «Signore, io loderò eternamente la tua misericordia».


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Le avventure di Giuseppe Pignata fuggito dalle carceri dell'Inquisizione di Roma
di Giuseppe Pignata
pagine 170

   





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