Ci consigliammo se dovevamo arrischiarci a passarlo, ma avevo tanto desiderio d'esser dall'altra parte che dissi a Francesco che volevo passare assolutamente, anche se dovessi arrischiare d'annegarmi. Benché la notte fosse oscura, entrammo nel fiume, e coll'acqua fino alla cintura lo passammo felicemente.
Non avevamo fatto cento passi dall'altra parte che udimmo gridare:
- Ohè! Ohè! S'è visto nessuno?
Voltai subito la testa e m'accorsi che la voce usciva da una piccola casa che era a capo del ponte, dall'altra parte del fiume. C'era il fuoco acceso e si potevano vedere parecchie persone.
Quelli che erano in alto, nel bosco, e che noi avevamo incontrato, risposero subito:
- Ohè! Ohè! Sono entrati nel bosco!
Allora la voce dalla casa replicò:
- Dunque lasciate andare i cani e circondate il resto del monte!
Io tremo ancora ricordando l'orrenda musica che facevano quegli scellerati cani, addestrati a seguir le tracce dell'uomo! I loro latrati suonavano per tutta la macchia e il fracasso era raddoppiato dalle grida che facevano i birri attorno ai monti che chiudevano il fiume dalle due parti. Tutti questi rumori destavano nelle mie orecchie l'eco più terribile del mondo.
Mi credetti perduto affatto. Avevo fatto fino allora ed avrei fatto ancora tutti gli sforzi possibili per sfuggire all'inseguimento dei birri, ma non vedevo come sottrarmi al fiuto acutissimo dei loro cani, se non forse perché erano dall'altro lato del fiume, e l'acqua fa perdere la traccia ai bracchi. In quell'estremo spavento mi rivolsi a Dio, pregandolo di tutto cuore, poiché il suo aiuto mi aveva sorretto tra tante difficoltà e pericoli, a continuarmelo ed a mettermi al sicuro.
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Francesco Dio
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