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      Mi vidi allora così impegnato, tanto più che non avrei potuto fuggirgli di mano, che non potei a meno di confessargli il mio nome. Appena l'ebbi detto, mi abbracciò e mi condusse quasi per forza alla casa dove era il Signore; né poteva saziarsi di dirmi ad ogni momento, con segni del più grande stupore:
      - Come ha ella fatto? Come ha potuto fuggire? Come è entrato nel Regno senz'esser preso? Qui sappiamo che ci sono più di 500 uomini disseminati sulla frontiera per arrestarla. Roma intera parla di lei, l'Inquisizione fa delle perquisizioni incredibili, il Papa irritatissimo vuol riaverla in mano a qualunque costo. Oh, mio Dio - seguiva, guardandomi - oh, che veggo!
      Questo gentiluomo s'introdusse presso il suo Signore al quale dovetti fare un minuto racconto delle mie avventure. Le ascoltò con molta sorpresa, indi mi disse:
      - Se il vostro affare dipendesse da qualunque tribunale, fuor che dal Sant'Uffizio, vi accorderei protezione ed asilo sulle mie terre. Ma io non voglio impacci coll'Inquisizione, specie per causa della quistione che il Regno ha ora con lei. Tutto quel che posso consigliarvi è di andarvene, perché qui non siete sicuro; poiché, scoperto, i Vescovi, che sono molti nel Regno, vi potrebbero fare un brutto scherzo. Siate in avvenire più circospetto nelle locande che sono piene di spie. Cercate di imbarcarvi per Venezia dove non avrete più nulla da temere.
      Gli dissi che non sapevo la strada di alcun porto di mare ed egli stesso ebbe la bontà di scrivermi la via da tenere.


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Le avventure di Giuseppe Pignata fuggito dalle carceri dell'Inquisizione di Roma
di Giuseppe Pignata
pagine 170

   





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