Non osai domandargli un po' di denaro, solo lo pregai di farmi dare una bottiglia per metterci il vino ed un calamaio d'osso che era sulla tavola. Mi accorḍ l'uno e l'altra, e mi congeḍ.
Messomi per via, raccolsi funghi. Ce n'erano moltissimi, specialmente di quelli che chiamano cardarelli e ne riempii il fazzoletto. La notte mi sorprese in questa occupazione e disgraziatamente avevo perduto la strada, coś che, vedendo un pastorello che riconduceva le pecore, gli chiesi se per quella notte voleva lasciarmi riposare nella sua capanna. Mi disse che bisognava parlarne ai suoi fratelli che non tarderebbero molto. Li aspettai e li pregai per amor di Dio di ricoverarmi per quella notte, dicendomi povero pellegrino obbligato per voto ad andare alla Madonna di Loreto. Il maggiore, che aveva forse 17 anni, mi rispose che non avevano per letto che la paglia del pecorile, e che se volevo, m'accoglierebbe. Accettai l'offerta di buon cuore ed entrai con loro nella capanna dove sedetti sopra un tronco d'albero, vicino al camino. Accesero prima di tutto un buon fuoco per cuocere certe fave che avevano da cena. Io aggiunsi i funghi che cucinammo col vino, l'aglio, il sale e la mentuccia. Mentre tutto cuoceva, raccontai ai ragazzi parecchie storie delle vite dei santi, aggiungendo alcune esortazioni a loro adatte. Feci recitare a tutti e tre il Pater Noster e le poche preghiere che sapevano. I poveri pastori che non avevano mai udito simili discorsi, li stimavano meraviglie e mi pregarono di ripassare, al ritorno da Loreto, per dir loro coś ottime cose.
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