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      Vidi allora entrare in fila gli abitanti del luogo che gli portavano regali; chi piccioni, chi polli, chi bottiglie di vino. Dai loro discorsi capii che erano i capi del villaggio. Dopo vennero i contadini, tra i quali ce n'era uno accompagnato da due figli ed uno era vestito da prete. Questi venne a sedersi alla mia sinistra ed il padre alla dritta. Vedendo tanta gente, imaginai che quell'uomo importante fosse uno di quei Commissari che, in Italia, vanno di luogo in luogo per informarsi degli affari criminali; ma fui disingannato quando sentii un contadino, seduto vicino a me, dirgli:
      - Per amor di Dio, signor capitano, si contenti dei quindici carlini20 che le offro e mi faccia rendere gli asini, poiché se non accetta, ella sarà cagione che tutti i miei legumi, che non ho ancora messo in granaio, anderanno a male.
      - No, no - rispose egli - tu non li avrai se non mi porti trenta carlini di buona moneta.
      - Ma dove vuole che un povero contadino come me trovi una somma così grande?
      - Ingegnati. Io l'intendo così.
      Questo modo di parlare assoluto ed imperioso, mi fece più curioso di sapere chi fosse quel personaggio. Lo chiesi al chierichetto, il quale mi rispose:
      - È il boia d'Aquila, il quale avendo giustiziato due rei, viene tra questi monti ad esporre i quarti nello stesso luogo dove i delitti furono commessi e ciò per esempio ai contadini. Siccome egli è munito di un ordine reale dal prossimo capoluogo di provincia, egli ha l'autorità dappertutto dove passa di prendere cavalli, asini e muli per il trasporto, e se non trova vetture, impone tasse sul pubblico e fa pagare quel che gli pare.


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Le avventure di Giuseppe Pignata fuggito dalle carceri dell'Inquisizione di Roma
di Giuseppe Pignata
pagine 170

   





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