Mio padre, per evitar la vergogna che i suoi asini siano adoperati a quell'uso, offre 15 carlini, che sono quasi una pistola, mentre il boia ne chiede 30 e non vuol calare. Oltre al disonore, per noi è una perdita grossa il lasciar passare quattro giorni senza mettere i legumi nel granaio e senza seminare il grano, ora che è la stagione. Per questo venimmo qui a chiedergli che ci lasci gli asini e ad offrirgli denaro.
Fui sorpreso di aver parlato tanto tempo col boia senza riconoscerlo. Credetti dover mio di fare il possibile per persuaderlo a contentarsi di quello che il contadino gli offriva e sostenendo la mia parte di pellegrino, feci un sermone sull'amor di Dio e del prossimo che è sua imagine. Insistetti sulla gran regola del Vangelo di non fare ad altri quel che non vorremmo fatto a noi. Gli esposi la miseria del contadino che gli rendeva impossibile di dare più di quello che aveva offerto, aggiungendo che se credeva il debito maggiore, doveva condonarlo per amor di Dio, poiché la virtù delle virtù è la carità e che Iddio l'avrebbe ricompensato con usura. Finalmente insistetti tanto che si lasciò muovere e si contentò dei 15 carlini, protestando che rimetteva il resto solo per riguardo mio.
Il contadino, lietissimo, mi ringraziò del buon servizio, ed il chierichetto suo figlio fece lo stesso dicendomi all'orecchio:
- Signore, dice bene il proverbio che l'abito non fa il monaco. Ella non è un contadino come vuol parere. I contadini non ragionano così. Mi faccia l'onore, la prego, di mangiare con noi.
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