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      I buoni pastori mi diedero un grosso pane ed una tazza di latte caldo, ed io mi congedai da loro dopo averli ringraziati della carità ed essermi fatto insegnare la via d'Otranto. Mi feci una cintura di ginestre per reggere la coperta di pelli di pecora che i pastori m'avevano dato.
      Camminando, ammiravo la bellezza e l'abbondanza di quelle fertili campagne. Ci si vedevano pascolare da tutte le parti mille armenti come in Arcadia; ma sopratutto vidi una quantità enorme di tacchini, così grossi che, senza iperbole, ce ne sono che pesano più di 30 libbre.
      La sera arrivai in vista d'Otranto colla intenzione di domandare l'elemosina e di mettere assieme i denari per pagare il mio viaggio in Asia. Prima di entrare in città, incontrai un prete, a proposito del quale bisogna che faccia una piccola digressione.
      Quando ero al servizio del cardinal Basadonna, un amico mi pregò di fare in modo che Sua Eminenza raccomandasse un povero prete calabrese al cardinal Datario per ottenere un canonicato che sollecitava. Il cardinale mio padrone, quando glie ne parlai, m'ordinò che andassi io a far questa raccomandazione al cardinal Datario, per parte sua, il che feci forse con maggior calore e buon successo d'altri. Qualche tempo dopo, in virtù di questa raccomandazione, il papa fece la grazia di accordare il canonicato al prete calabrese e mandò la nomina e le carte al cardinal Basadonna. Sua Eminenza ebbe la bontà di darmi il tutto ed io andai subito a recarlo all'amico mio che si mostrò assai grato.


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Le avventure di Giuseppe Pignata fuggito dalle carceri dell'Inquisizione di Roma
di Giuseppe Pignata
pagine 170

   





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