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      Lo pregai per amor di Dio a tenermi ben nascosto, ed a non svelare il mio secreto a nessuno.
      - Di che teme ella? - mi chiese.
      - Di tutto - risposi. - Il fuggiasco ha paura della sua ombra. So che in questa città risiede un vescovo e confesso che vorrei già essere dall'altra parte del mare.
      - Stia tranquillo - riprese egli - sono un galantuomo, ed ella mi beneficò. Non sono tanto ingrato e vile da tradirla, anzi mi impegno ad assisterla, qualunque sia il pericolo. Domani m'informerò se c'è in porto qualche nave che parta per la Vallona. Io la consiglio di andare da quella parte poiché è il tragitto più breve. Ella passerà il mare sicurissimo, come è sicuro in casa mia se ci rimanesse anche degli anni. La prego di tenerla come casa sua e di credere che l'offro di tutto cuore.
      Gli risposi che imbarcarmi subito sarebbe il miglior partito, e che la miglior testimonianza d'amicizia che mi potrebbe dare sarebbe il procurarmi l'imbarco sollecito. Egli mi donò un vestito di suo fratello, fatto alla moda del paese, pagò il mio passaggio, mi fornì di provvigioni, come due grossi tacchini, pane e vino, e quando m'imbarcai mi mise in mano due pistole dicendomi:
      - Ella almeno questa volta le prenderà benché a Roma non le abbia volute accettare. Se mai ci rivedremo me le renderà; altrimenti le tenga in dono. È poco, ma si contenti della buona volontà che le farei conoscer meglio se ne avessi il tempo ed ella non volesse partire così subito. Ma, per ora, non posso disporre d'altro danaro.
      Fu tre giorni dopo il mio arrivo ad Otranto che lasciai quest'ospite riconoscente e caritatevole, e sopra una nave carica di mercanzie presi la strada dell'Albania.


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Le avventure di Giuseppe Pignata fuggito dalle carceri dell'Inquisizione di Roma
di Giuseppe Pignata
pagine 170

   





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