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      Il vino viene di fuori ed è cattivo. Gli uomini sembrano socievoli ed onesti. I bovi sono rarissimi e i pochi che ci si trovano, sono tanto piccini che paiono capre e portano fardelli come gli asini. Gli abitanti mangiano carne assai di rado e si nutrono per solito di pesce. Pescano certi dentici coi quali fanno una gelatina con aceto di ginepro. Prendono anche certi pesciolini detti gavoni che sono eccellenti ma non si mantengono e sono tanto grassi che non c'è bisogno d'olio per condirli.
      Andavamo tutti verso la chiesa per sentir messa, allorché, passando, vedemmo i preparativi che si facevano per l'incoronazione del loro re. È un ombra di regno che la repubblica di Venezia, signora del paese, tollera tutti gli anni per tre giorni, durante i quali lascia a questo re tanta autorità, che se ci fosse un bandito del paese, il re può richiamarlo senza che chi comanda per la repubblica abbia potere di impedirlo.
      Fino dal principio della festa i paesani vanno a salutare ed a felicitare il nuovo re, il quale, vedendo che eravamo stranieri, ci mandò ad invitare tutti, passeggeri e marinai, pel suo capitano delle guardie, accompagnato da quattro soldati. Mandò anche ad invitare sulle altre barche coloro che non erano discesi a terra.
      Queste cortesie non sono disinteressate poiché è costume che tutti i bastimenti i quali approdano in tale occasione offrano al re un regalo di biscotti o d'altre provvigioni. Andammo alla casa, o per dir meglio, alla capanna del re, dove lo ringraziammo dell'onore fattoci.


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Le avventure di Giuseppe Pignata fuggito dalle carceri dell'Inquisizione di Roma
di Giuseppe Pignata
pagine 170

   





Venezia