Finalmente mi disse:
- Venite con me e vi condurrò dall'abate Pignata che senza dubbio è ancora a letto, poiché si coricò soltanto alle due dopo mezzanotte, ed io tornerò poi a dir messa.
Non potei rifiutare l'offerta, benché ne avessi molta voglia. Mi condusse per la strada detta di Merceria interrogandomi ora sopra una cosa or sopra un'altra, mentre io cambiavo discorso e non rispondevo mai a tono. Così arrivammo alla casa del signor di Chietti.
Salimmo ad una sala dove il prete mi lasciò, ed entrò nella camera di mio fratello. Io sedetti in sala, ma così vicino alla porta che potevo intendere quel che diceva. Ecco come cominciò:
- Scusate, signor Pignata, se interrompo il vostro sonno, ma credevo di portarvi una buona notizia poiché ho lasciato in sala un forastiero che in principio avevo preso per vostro fratello; ma, dopo averlo esaminato bene, veggo che è un mercante che vi ha portato qualche cosa nella sua nave dal regno di Napoli.
Uno de' miei nipoti35 che da una camera vicina intese queste parole, saltò giù dal letto e venne a vedere chi ero; ma io, quando sentii socchiudere la porta, volsi la seggiola da un'altra parte perché non mi potesse vedere, non volendo che il prete fosse nella confidenza, almeno finché non mi fossi fatto conoscere al fratello.
Mio nipote che quasi non m'aveva visto, rientrò e disse a mio fratello:
- È il gondoliere che ci chiese ieri sera delle ariette d'opera.
- Io vi dico - rispose il prete - che è un forastiero e non un gondoliere. Dal dialetto sembra napoletano e dice d'essere padrone di una nave che viene di Puglia e non è mai stato a Venezia.
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