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      Attraversai la strada adagio e andai dritto al palazzo del principe. Il servo che mi veniva dietro, tremava come se avesse la febbre, sbalordito della mia risoluzione.
      Quando fui nell'anticamera di Sua Altezza, mandai a dire a mio fratello che ero al sicuro. Potete imaginare se mia madre e lui furono contenti! Mio fratello fece tornar tutti a letto ed egli stesso si coricò mezzo vestito.
      Un'ora dopo bussarono alla porta. Andarono ad aprirla ed entrò il luogotenente del capitano del quartiere, con sei soldati. Andò dritto alla camera dove dormiva mio fratello e con molta garbatezza gli disse:
      - Scusi, signore, se vengo ad interrompere il suo riposo, ma per ordine sovrano veniamo a vedere se suo fratello, giunto qui da poco, sia in casa. Permetta dunque che io lo cerchi.
      - Ella può cercare dappertutto - rispose mio fratello - ma l'assicuro che in casa non c'è nessuno.
      - E chi è dunque il forastiero che venne con lei dall'Italia?
      - È un napoletano, partito già per Vienna.
      Il luogotenente visitò tutta la casa e ritornò a dare la buona sera a mio fratello, facendo nuove scuse e dicendo che doveva essere un equivoco. Mezz'ora dopo, mio fratello venne a trovarmi al palazzo del principe dove mi raccontò l'accaduto. Il principe, tornato a casa, mandò a cercarmi, e fattomi entrare nel suo gabinetto, mi disse di starci nascosto fino a che non si fosse informato di dove venisse l'ordine d'arresto. Il giorno dopo mi fece chiamare di nuovo e mi disse:
      - Bisogna che cerchiate di uscir di città senz'essere riconosciuto poiché ho risoluto di mandarvi ad Eckemberg, dove non avrete nulla da temere.


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Le avventure di Giuseppe Pignata fuggito dalle carceri dell'Inquisizione di Roma
di Giuseppe Pignata
pagine 170

   





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