A che vi avranno servito tante pene per liberarvi dalle carceri dell'Inquisizione di Roma se doveste vivere relegato a Bilthaus? Almeno a Gorizia avrete i miei fratelli. Uno è ammogliato e sua moglie si diletta di musica come voi. Ci sono anche altri miei parenti i quali vi riceveranno bene per l'amicizia che ho per vostro fratello e per compassione delle vostre sventure. Vi consiglio di prendere questo partito, sicuro che non c'è il migliore e che ne sarete contento.
Ringraziai Sua Eccellenza di tanta bontà e gli dissi che appena mio fratello m'avesse mandato il baule, sarei partito per Gorizia colla guida assegnatami. Tenemmo altri discorsi che non hanno che fare col mio racconto; solo dirò che mi diedero grande idea della prudenza e della generosità del conte Rabatta, il quale, dopo aver passato dodici giorni allegramente in campagna, tornò a Gratz colla sua illustre compagnia.
Rimasi altri otto giorni a Bilthaus e bisognò che per compiacenza mi ubriacassi un'altra volta nella casa fatale dell'intendente, il quale s'imaginava di farmi il più grande onore del mondo mettendomi in pericolo di scoppiare. Finalmente giunse la guida, col mio baule, per condurmi a Gorizia. Mi portò lettere del generale e di mio fratello che m'avvertivano di allontanarmi dalla via battuta di Lubiana perché avevano saputo che da Vienna era stato mandato un ordine a tutte le Poste, fino alle frontiere di Venezia, di arrestare un uomo che si diceva napoletano e sapeva il disegno e la musica. Era facile capire che gli ordini erano per me.
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