Si può imaginare come fossi sorpreso del cambiamento! Non mi sentivo bene; il viaggio fatto per luoghi remoti m'aveva stancato assai; speravo di trovare a Gorizia riposo, sicurezza e piacere, ed invece appena giunto trovai nuove incertezze che mi obbligarono a risalire subito a cavallo ed a fuggire dal luogo dove avevo sperato un rifugio delizioso e tranquillo. Con questi tristi pensieri giunsi a mezzanotte a Loremberg. Tutti erano a letto. Il cameriere fece alzare l'intendente che mi accomodò una piccola cena, come si poteva a quell'ora, e mi diede dell'ottimo vino. Quindi mi coricai per riposarmi e ne avevo molto bisogno.
La stanchezza mi costrinse a rimanere in letto quasi tutto il giorno seguente. Il conte Filippo De Rabatta, il più giovane dei due fratelli, venne a trovarmi dopo due giorni, mi colmò di gentilezze, mi condusse a caccia e cercò di darmi tutti i divertimenti che si potevano avere in quel luogo. Mostrò di prendere molta parte alle mie disgrazie e volle onorarmi della sua compagnia durante tutto il tempo che passai a Loremberg.
Quattro giorni dopo venne il fratello maggiore con la contessa ed una grande comitiva di signori e di signore. Rimasero dieci giorni e si divertirono assai con musica, caccia e banchetti che facevano passare allegramente il tempo e scordare i dispiaceri. Ma, partendo, il signor conte mi prese in disparte e mi disse che, benché non avesse potuto scoprire con certezza se l'ordine dell'Imperatore al governatore della fortezza fosse contro di me, pure c'era assai da temere e non potevo perciò rimanere a Gorizia senza pericolo.
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