Mi guardai bene di dargliele e se ne andò. Allora stentai molto a far capire all'ostessa che volevo un cavallo per andare a Villach. Mi fecero aspettare più di un'ora e mezza e finalmente ne condussero uno, pel quale bisognò pagare all'ostessa quel che volle. Finalmente partii con una guida a piedi e ci vollero due ore prima di giungere sul Tarvisio dove c'era molta neve ed una osteria.
Entrai subito nella camera della stufa per riscaldarmi. Intanto la guida che m'aveva condotto, vedendo che nella stalla non c'erano cavalli, tornò addietro subito, senza dirmi nulla per tema d'essere obbligato a seguire, il costume di Germania, secondo il quale, allorché non si trovano cavalli di ricambio, quelli che hanno già servito debbono tirare innanzi, però pagando.
Mi scaldai per un quarto d'ora indi uscii dalla stufa per far servire da bere alla guida, ma seppi che non c'era più. Allora dissi all'oste di farmi preparare un cavallo per Villach, ma mi rispose che non ne aveva e che se volevo andare a cavallo non bisognava che avessi lasciato partire quello che m'aveva condotto. Questa risposta mi sorprese.
Tornai nella camera della stufa dove mi portarono da pranzo e due giovani passeggeri si misero a tavola con me. Sentendoli parlare in latino, aprii loro il mio cuore e li pregai a servirmi d'interpreti; come fecero. Ma l'oste non aveva nessuna vettura da darmi ed essi mi consigliarono d'andare a piedi, consegnando il mio baule a qualcuno di quei carrettieri che conducono le mercanzie a Villach, e nell'osteria ce n'eran forse quindici.
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