Ivi trovai un servitore dell'oste, italiano, che subito e con poca spesa mi fece imbarcare per Salzburg, dove, appena giunto, mi recai dal Mastro di Posta a chiedere cavalli per Monaco. In casa non c'era che il figlio del Mastro di Posta il quale mi parlò latino e mi chiese il triplo di quanto avevo pagato da per tutto per lega. Non sembrandomi giusta la domanda volli attendere il ritorno del padre che venne un'ora e mezza dopo. Gli dissi che volevo prendere la Posta per Monaco e che suo figlio m'aveva chiesto troppo. Volle sapere quanto e mi disse che invece m'aveva chiesto meno del giusto poiché c'erano tre buone leghe per giungere all'altra Posta, così che non si poteva pagare meno di sei fiorini.
- Come? - ripresi. - Vostro figlio mi chiedeva soltanto tre scudi e voi ne volete quattro!
- Sta proprio così - replicò egli. - S'informi e vedrà che le chieggo quel che chieggo agli altri.
Io alzai le spalle e gli dissi di far sellare i cavalli. Allora mi domandò se fossi qualche corriere che portasse buone notizie a Monsignor Arcivescovo, dal quale potrei avere una buona mancia. Gli dissi che infatti io avevo fretta, ma che non avevo notizie da dare a nessuno.
Montai a cavallo, ma se la vettura fu cara, almeno fu la più comoda di tutte le altre.
Giunto all'altra Posta,40 la stanchezza e le scorticature che una cattiva sella m'aveva fatto alle ginocchia, m'obbligarono a rimanere qualche tempo per riposarmi. L'oste mi preparò una buona cena, ma poiché avevo più sete che fame e vedevo una di quelle mezzine di maiolica che servono di misura in Germania, la credetti piena di vino, poiché altre volte ne avevo bevuto in simili vasi, ci ficcai il naso dentro cominciando a inghiottire.
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