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      Ma non ne avevo bevuto tre sorsi che credetti di aver preso imprudentemente qualche decotto o qualche medicina amara e disgustosa. Gridai all'oste che mi voleva avvelenare con quella bevanda e lo pregai a darmi del vino e non del veleno. Egli si sforzava di persuadermi che era gut, gut.41
      - Come diavolo gut? - replicai. - Questo è il demonio e la bevanda sua. Vino! Vino! Vino! Domando. Mi capite?
      - Vino? - riprese egli. - Oh! Bald! Bald!
      Vale a dire subito. Aspettando questo bald mi misi a mangiare ed aspettai tanto che la gola mi si seccò fino a non poter più inghiottire. Del resto cascavo di sonno e poiché il vino non compariva, mi coricai. Fu questa la prima volta in mia vita che gustai la birra amara e quella pareva assenzio. E fu anche la prima volta che vidi quegli immensi letti i quali paiono armadi che sembrano tanto stravaganti a chi non li ha mai visti e dove bisogna coricarsi piegati in due tanto sono corti e profondi. Si sta tra due letti di piuma come un arrabbiato che si voglia soffocare. Bisognava salire tre gradini poi si cadeva in un abisso. Cercavo la coperta, ma ebbi un bel cercarla perché non la mettono mai. Trovai subito il letto di piume il quale, più mi movevo e più si gonfiava, fino al baldacchino. Finalmente, dopo aver combattuto molto, mi feci coraggio e mi ci gettai sopra, coprendomi col mantello, poiché non conoscevo ancora la furberia di ficcarsi tra le due materasse. Appena però fui sopra tutte queste piume, mi sentii cadere come in un precipizio e toccai l'asse di sotto, poiché la piuma era scappata in alto sotto al peso del mio corpo.


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Le avventure di Giuseppe Pignata fuggito dalle carceri dell'Inquisizione di Roma
di Giuseppe Pignata
pagine 170