Le prove dell'esistenza di Dio riverberano da tutte le parti del creato, come la luce del sole: chi non è cieco nel corpo non può non vedere il sole, e chi non è cieco nello spirito non può non veder Dio. L'uomo il più stupido è certissimo, che vi è il sole, quantunque abbia alcune prove di meno di un fisico, il quale sa, per esempio, che il grand'astro è la primaria cagione del vento d'est, che spira fra i tropici, e dell'aumento, che sentono le marce nelle sisigie; nella stessa maniera, se la esistenza di Dio trova nelle matematiche alcune prove inaccessibili al più degli uomini, questi anche senza di esse hanno di che convincersi di una tal verità coll'ultimo grado della certezza.
Raccogliendo il discorso, conchiuderemo essere buona cosa lo studiare le scienze, migliore il saper conservare la prima e la più importante di esse, che ci fu insegnata da un Maestro divino: essere conveniente il consultare le opere dei dotti scrittori, ma insieme di essenziale prudenza, specialmente a dì nostri, il non consolidarsi mai con alcuno in una università di opinioni. Infatti quegli stessi, che ci vorrebbero insidiare la religione, non sono essi i primi a millantare un dominio sui propri giudizi, una libertà di pensare, una costanza negli assunti principii? Ora mantiene in verità il diritto di giudicare chi non si arrende a vieti sofismi, meno poi a certi frizzi maligni, che non vestono larva di ragionamento; fa l'uso più perfetto di sua libertà chi umilia la ragione davanti alla Fede con un ossequio, che dalla ragione stessa esaminato viene riconosciuto doveroso; è veracemente d'animo forte, e di carattere fermo chi per qualunque urto non si smuove dai fondamenti della sua religiosa credenza.
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