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      Essendo gravissimo l'argomento, e sottile la disputa, non potrò a meno, o amico, di gravarti talvolta lo spirito con astratte, e poco amene considerazioni: ma di ciò fare io mi credo in diritto presso chi non rifugge dalle spine dell'alta Geometria.
      Fuvvi già tempo, che essendo ancor fervida l'ammirazione per gl'insperati progressi, che in tutte le loro parti facevano le Matematiche, invase gli animi certa manìa di voler ridurre sotto il dominio di tali scienze ogni altra provincia delle umane cognizioni, fino ad imprigionare entro note tutte irte di cifre algebraiche le vivaci inspirazioni della musica, e a rendere schiave di figure poco intese alcune teoriche dell'arte salutare. Più posati pensatori i filosofi da noi per età meno lontani, riconobbero la vanità di quelle troppo ardite ricerche, e lasciaronle cader nell'obblìo, tranne una sola, la più ardita di tutte, che si proposero di sostenere, e d'ingrandire con tutti gli sforzi dei loro molti talenti: è dessa l'applicazione delle matematiche a varie questioni proprie delle scienze morali. Condorcet vuole persuaderci dietro l'opinione di un suo amico sul principio della prefazione alla sua opera intorno alla probabilità delle decisioni rese a pluralità di voci, che le verità delle scienze morali e politiche sono suscettibili di ottenere coll'aiuto delle matematiche una certezza simile a quella delle scienze fisiche: e Laplace nel suo Saggio filosofico sulle probabilità (4 ed. pag. 34) c'invita anche più palesemente ad applicare alle prime lo stesso metodo fondato nella osservazione, e nel calcolo, che sì bene ci serve per le seconde.


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Lettere scientifiche di Evasio ad Uranio
di Gabrio Piola
Editore Fiaccadori Reggio
1825 pagine 73

   





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