Come mai, disse l'incredulo, da due soli progenitori in sì breve tempo tanto popolo ne venne da formar le nazioni? Come mai furono queste sì tosto dopo il diluvio riparate da sei sole persone? E sì pochi animali salvati nell'arca hanno potuto ricoprir di nuovo la terra? E le piante e l'erbe ed i fiori, di cui le sementi furono nelle acque disperse e disfatte, come ricomparvero a vestir la collina? Egli certamente spaccia, siccome gran senno, cotali inchieste, o le accompagna di quel malizioso sogghigno, che è la sua arma più poderosa, ed oltre il quale non passa per ordinario la forza de' suoi raziocini. Ma questa volta assai male gli sta, chè su lui lo ritorce un Geometra illustre: maxime ridiculae (dice Eulero: Intr. in anal. inf. T. I. Cap. VI. tit. 110) maxime ridiculae sunt eorum incredulorum hominum obiectiones, qui negant tam brevi temporis spatio ab uno homine universam terram, incolis impleri potuisse. E infatti basta un assai facile calcolo a provare (vedi Gregorio Fontana Add. XVII. all'istoria delle mat. del Bossut), che supponendo duplicarsi da ogni vent'anni la stirpe umana, Adamo verso l'anno 500 della sua vita ha potuto vedere una posterità di 1048576 persone. La moltiplicazione degli animali, se non trovasse ostacoli nella difficoltà della sussistenza, nella distruzione, che gli uni procurano agli altri, e nel servizio dell'uomo, diverrebbe cotanto grande, che ricoprirebbe tutta la superficie terrestre. Un'aringa sola (vedi luogo citato) in breve tempo riempirebbe l'oceano: anzi facendo un'ipotesi sulla fecondità di lei, che è conforme alla natura, può provarsi, che in otto anni la sua discendenza occuperebbe uno spazio maggiore di quello corrispondente a tutto il globo terraqueo.
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Geometra Eulero Intr Gregorio Fontana Add Bossut Adamo
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