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      Se Dio è saggio e giusto, perchè lascia talvolta l'iniquo assiso sopra il carro dorato, e il buono stramazzato nella polvere? Perchè toglie talvolta le forze del corpo a chi è tutto cuore per beneficare i suoi simili, e le concede a chi ne usa in violenze, e in assassinii? Ecco le querele degli irriverenti mortali; ecco presso a poco quelle domande, onde il patriarca degli increduli pirronisti nel dizionario istorico-critico fece imbaldanzire la cieca incredulità. O uomo, che sei un punto sulla terra, la quale è pure quasi un punto nell'universo: tu la cui mente nel novero delle intelligenze create, e in mezzo a' tuoi simili appena si scorge: la cui vita presente rispetto a tutta la serie de' tempi, e più rispetto all'eternità si perde di vista; chi sei tu, che osi investigar le vie della Sapienza infinita? Egli è certissimo, che molti di quelli, che noi chiamiamo mali, sono realmente beni: che noi ne giudichiamo con idee fallaci, e menzognere, perchè le nostre basse vedute non si ergono a fini più eccelsi: tra quali debbonsi questi noverare, che nelle traversie della vita la Provvidenza esercita, ed affina le virtù, e fornisce un forte argomento per credere i premi, e le pene della vita futura. Il Cardinale di Polignac nel suo Antilucrezio pone in nobilissimi versi una bella similitudine di chi fa oltraggio alla Provvidenza a motivo dei mali, ch'egli crede di scorgere nel mondo, con chi giudica spregievoli, e mostruose alcune figure disegnate da un fisico sopra una tavola con arte finissima, e singolare.


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Lettere scientifiche di Evasio ad Uranio
di Gabrio Piola
Editore Fiaccadori Reggio
1825 pagine 73

   





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