Perdona, risponderà tosto l'artefice saggio: se io avessi data a tutte le parti tale disposizione, che ciascuna producesse per se il massimo effetto, credi tu, che massimo sarebbe risultato l'effetto totale della macchina? Vai grandemente ingannato: quest'effetto totale è stato il principale mio scopo, e per renderlo massimo bisognava, che fosse tarda la girella, immobile il vette, e che anche qualche moto parzialmente si eseguisce contrario a quello, ch'io voglio nell'ultimo risultamento ottenere: se a me non credi, interroga quel geometra, che sottopone a calcolo gli effetti delle macchine, ed esprime per mezzo di formole i movimenti. Viene questo geometra, e palesemente asserisce, che il meccanico ha ragione: quindi generalmente dichiara, che avendo una formola complicata composta di tante parti, che sono ciascuna funzione, di molte variabili, i valori di queste variabili, che portano al massimo la funzione totale, non sono ordinariamente quelli che inducono il massimo nelle singole funzioni parziali; chè anzi possono portare in queste ultime valori dal massimo ben distanti, ed anche nulli, ed anche negativi. Ciò ben inteso, facciamone l'applicazione. Egli è indubitato, che nel gran sistema dell'universo ciascuno di noi non ne ha sotto gli occhi, che piccolissime parti: se in queste parti non ci pare di scorgere tutta la perfezione, di cui le crediamo capaci: se vediamo dei mali produrre un effetto contrario a quello da noi desiderato, dobbiamo persuaderci, che questa particolare disposizione porterà poi la massima perfezione in quel gran tutto, che sta sotto gli occhi della Mente Infinita.
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Mente Infinita
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