I raziocini, i calcoli, e la geometria ci guidano nel nostro bisogno a cause illusorie ed apparenti. Ma l'esperienza, e Mosè c'insegnano senza fatica e senza questioni la verità che noi cerchiamo. Se la mano di Dio, e non poca materia messa in moto, ha prodotto il ricco ammanto del tulipano, i ricami e le frastagliature delle piccole e delle grandi foglie di un anemone, la natura invariabile delle sementi, per certo non più un semplice moto, non una pressione o una resistenza di polveri, ma una volontà specialissima avrà pure ordinate le dimensioni del globo terrestre: ed una fisica tutta buon senso sarà il dire colla comune degli uomini, che chi ha preparati e fabbricati i fiori, ha preparato e costrutto il giardino che li porta, e insieme sì gran bacino, ove si contiene la materia del loro irrigamento". Così ragionano i veri filosofi; e in simil guisa ragionava anche Newton, del quale mi giova qui riferire una sublime sentenza degna di seria riflessione dopo di avere ammirata la stupenda varietà di tanti oggetti creati. Questa varietà sarebbe assurda nell'ipotesi di una cieca necessità dell'universo. "A caeca necessitate metaphysicâ, quae utique eadem semper est et ubique, nulla oritur rerum variatio. Tota rerum conditarum pro locis et temporibus diversitas ab ideis et voluntate Entis necessario existentis solummodo oriri potuit". (Princ. Mat. Lib. 3 in fine).
Alziamo, o Uranio, gli sguardi a contemplare l'opera del quarto giorno: e seguendo le vie della luce fissiamoli arditamente nella struttura de' cieli.
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Mosè Dio Newton Entis Princ Uranio
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