Dopo avere corso col pensiero a piacimento per questi immensi campi sino a stancare più volte ogni volo più ardito della immaginazione, fermiamoci un momento a prendere respiro, e diciamo: un tanto spazio che è al fine? uno spazio finito: in conseguenza è ancora un vero nulla insieme a tutta la creazione che contiene, davanti alla potenza infinita e creatrice. Così ritorniamo donde eravamo partiti; lo sparire di tutte le idee della grandezza acquistata con tanta fatica davanti al pensiero della grandezza di Dio, ci annienta al suo cospetto, ci riempie della idea di lui e ci mette sulle labbra quel bell'inno di Newton: "Æternus est et infinitus, omnipotens et omnisciens, id est durat ab aeterno in aeternum, et adest ab infinito in infinitum: omnia regit, et omnia cognoscit, quae fiunt aut fieri possunt". (Prin. Mat. ivi).
Riavutici dallo stordimento che ci cagiona il voler percorrere di una occhiata tutta l'estensione de' cieli, appigliamoci a più savio consiglio: limitiamoci a qualche considerazione sul nostro sistema planetario, ben sicuri, che la perfezione del tutto dovrà corrispondere a quella di una parte, giusta quel detto di Newton: "Si stellae fixae sint centra similium systematum, haec omnia simili consilio constructa suberunt unius dominio: praesertim cum lux fixarum sit eiusdem naturae ac lux solis, et systemata omnia lucem in omnia invicem immittant". (Princ. ivi). E qui dapprima diciamo: pianeti e comete che si muovono intorno al sole, satelliti che si muovono intorno ai loro primari: quale molteplicità di fenomeni in tanti movimenti! eppure vi è un principio, che tutti li lega; quello della gravitazione universale.
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