ALL'EGREGIOCAV. LUIGI SICILIANO
Ella mi ha voluto un gran bene: ed io, che ho cercato sempre qualche occasione per significargliene la mia gratitudine, son lieto di scrivere ora il suo caro nome nella prima pagina di questa raccolta, desideroso che tutti sappiano quanta stima ed affetto Le professiil suo
G. PITRČ
PREFAZIONE
La raccolta che io do alla luce comprende quattrocento tradizioni popolari: trecento nel testo, cento sotto la rubrica delle Varianti e Riscontri. Esse son divise per cinque serie, di cui la prima abbraccia fiabe di re, di principesse fatate, di draghi e mamme-draghe; la seconda novelle che narrano piacevolezze, motteggi, facezie, burle che popolo e letterati fanno avvenire nel tal paese, e in persona del tale o tal altro; la terza, tradizioni storiche e fantastiche di luoghi e di persone; la quarta, proverbi e modi di dire proverbiali spiegati, per la loro origine, con aneddoti e storielle; la quinta, favolette e apologhi nel significato ordinario della parola.
Questa divisione non č arbitraria nč capricciosa. I Francesi distinguono i Contes dai Récits; quelli sono narrazioni piů o meno meravigliose a base di finzione, questi racconti veri o verisimili che hanno poco o niente del maraviglioso se pure hanno dello straordinario. I Tedeschi, d'altro lato, fanno distinzione tra Märchen e Sagen; le Märchen corrispondono a' Contes, le Sagen sono tradizioni locali, storiche o a fondo storico, e immaginarie. Sopra queste vedute č basata la distribuzione delle prime tre serie, distribuzione indirettamente suggerita dal popolo, il quale non confonde mai i racconti delle fate con le narrazioni aventi radice in un fatto storico o in una novella non inverisimile.
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