Si dovrebbe correr l'Isola tutta quanta, e cercare la spiegazione che contadini, montagnuoli, pescatori, artigiani danno d'una valle, d'una grotta, d'un fiume, d'un sasso, d'una montagna, d'una contrada qualsisia. Vi son luoghi che non si comprendono e che si crede comprendere; i dotti almanaccano e si bisticciano; il volgo mette fuori un nome, e da quel nome esce improvvisa una luce che spiega le origini e la storia del luogo stesso. V'č in quel di Cefalų un'Acqua detta di lu Duca. Chi fu questo Duca che lasciō il suo titolo a quella fonte? Dimandatene al popolo, che ve lo saprā dire; gli uomini di lettere non hanno cercato saperlo. Presso Polizzi-Generosa v'č un Chianu di la Vattaghia; gioverebbe sapere qual battaglia si combattč in quella pianura, e da chi e quando; e gioverebbe sapere altresė che cosa intenda la bassa gente del Messinese per Mattagrifuni (o Castello Guelfonio o Caperrina), per Diunamanari, monte a pochi chilometri da Messina; e perchč gli Etnei chiamino Barracca vecchia, Palumma, Grutta di li santi, Tagara di lu liuni, Turri di lu filosufu ec. la tale spelonca, la tal grotta, il tale avanzo di edificio; e come spieghi un mineoto la voce Lamia, data a una grotta presso Mineo, e come un siracusano la Grutta chi parra o l'Oricchiu di Diunisiu e l'Epipuli; e, venendo a' luoghi della Conca d'oro, come spieghi una lavandaja di Palermo la voce di Denisinni; come un capraio lu Munti aricchiuta, la Muntagna di lu cani, la Petra di lu 'Mperaturi e via discorrendo.
Tutto questo cercano sapere le discipline storiche a' dė nostri.
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