Io spero che vorrà gradirsi questo lavoretto, che per la Sicilia è cosa affatto nuova. Così potesse altri, più fortunato e meno occupato di me, fornire opera compiuta in questo genere, e dare alla scienza la carta topografica delle parlate siciliane!
Tant'è, leggendo tutte queste varietà di pronunzia nell'unità del dialetto s'avrà ragione di maravigliare del frequentissimo uso di figure eufoniche che vi ricorrono. Qua la lettera si sposta per metatesi, là raddoppia per geminazione, altrove sparisce per aferesi, per sincope, per troncamento, od entra per protesi, per paragoge. Costantissimo il rafforzamento delle consonanti, larghissimo l'uso delle vocali, proscritta affatto ogni consonante finale, raddolcite per paragogi le voci accentate. Cerchi, chi vuole, in questo, argomenti di lode o di biasimo per il dialetto siciliano21, io non vo' metterci bocca più che tanto. Le lingue parlate, disse un tale e disse bene, son quel che sono: e ad ognuno par sempre più morbida e graziosa quella che ha imparato dalla balia o che almeno gli è più familiare. Chi giudica del merito d'una lingua che gli è meno familiare d'un'altra, e ciò accade sempre, il suo giudizio è naturalmente passionato; perchè ha per base la conoscenza e dimestichezza maggiore ch'egli ha con quella che antepone. Non vi sono nelle lingue suoni così duri, aspri e difficili per un forestiero, che non sembrino facili, piani e morbidi ad un nazionale, che ha l'organo della voce educato a produrli: e quei suoni che sono più facili e pastosi per un nazionale, paiono spesso ad un forestiero i più duri e indocili.
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Sicilia
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