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      — Ma attraverso a tante modificazioni, alterazioni e scadimenti fonetici, noi possiamo studiare la parola nella sua origine, riportarla alla sua patria, rintracciarla nella sua parentela o analogia con altre parole delle lingue romanze. Nel dialetto č la storia del popolo che la parla22; e dal dialetto siciliano cosė come dai parlari di esso č dato apprendere chi furono i padri nostri, che cosa fecero, come e dove vissero, con quali genti ebbero rapporti, vicinanza, comunione. Perō in un fondo greco-latino tu hai voci, frasi e accidenti grammaticali che ti ricordano popoli e governi che ebbero lunga stanza tra noi, lasciandovi tracce di sč non lievi anche nel titolo d'una via, nel nome d'un casato, nel tipo d'un personaggio, nell'architettura d'un monumento: Arabi, Francesi, Spagnuoli, tutti chi pių chi meno son rappresentati nel dialetto comune, e quivi pių specialmente ove la lor dimora pių si protrasse, e pių efficace si rese la loro influenza23. E non ostante, nč per rapporti amichevoli, nč per odiose dominazioni, nč per immigrazioni, il dialetto ha perduta o smarrita la sua nazionalitā.
      La raccolta si apre con un ragionamento nel quale parmi di aver messa in evidenza la importanza scientifica, letteraria e morale delle novelle, il carattere e la forma di esse, la loro letteratura in Italia e fuori al presente e nel passato; quale la provenienza di esse e come si fossero introdotte in Europa, e come sieno ultimo avanzo degli antichi miti, ed altri fatti che con l'argomento hanno stretta relazione.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Primo
di Giuseppe Pitrč
pagine 500

   





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