Segue quindi il saggio della Grammatica, pel quale rimando il lettore dell'avvertenza che lo precede. Nelle novelle che occupano i quattro volumi, ho illustrato in pie' di pagina tutte le voci, frasi e allusioni che spiegano il movimento della narrazione e ne agevolano la intelligenza. Così, notando qualche uso e costume, riferendo qualche storiella, aneddoto o motteggio, istituendo qualche raffronto con cose passate, riportando al senso proprio il senso figurato di qualche dettato, ho potuto qui e qua illustrare in certa guisa la vita del popolo siciliano nei suoi pensieri, nei suoi affetti, nelle sue credenze, nelle sue abitudini.
Sarebbe stato mio desiderio di dichiarare tutte, e tutte ricercare nelle origini le frasi metaforiche e figurate di questo vivacissimo e figuratissimo dialetto (e i dialetti in questo si confrontano); ove delle dieci volte le nove si parla con parole e modi tolti ad imprestito da altri usi della vita che non son quelli nei quali corrono o vengono adoperate. Ma ciò non ho potuto fare che per un numero ristretto di figure, per quelle cioè che mi è riuscito di spiegare. «Delle metafore, scriveva una volta Buonarroti il giovane, molte ne son sì antiche e così invecchiate che l'origine n'è totalmente oscura, ed avviene quello di esse che della roba s'usa di dire, che per lo avere oramai mutate cento o mille padroni, non se ne rinviene l'originario e legittimo24».
Alla fine di ciascuna tradizione ho notato sotto la rubrica di Varianti e Riscontri le simiglianze, le analogie, i perfetti raffronti che essa ha in tutta Italia sia nelle novelle popolari, sia nelle novelle letterarie e semi-letterarie.
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