Ben è vero che a' facili critici del giorno non si parrà la difficoltà del raccogliere e dello studiare; perchè, quali discipline, e sieno anche le più severe, non si pretende oggi di conoscere quando si sieno trovate quattro frasi favorite del volgo letterario? Ma io e l'una e l'altra ho sentita per tutto il tempo in cui non mi sono mai stancato d'attendere al lavoro che mi mette oramai in grado di dar fuori una raccolta abbastanza ricca.
Queste pagine non sono scritte pei dotti. Sebbene le mie ricerche sieno state quanto più coscenziose, io non ho la stolta presunzione di aver detto cosa che essi non sappiano o non abbiano insegnato dalla cattedra o per mezzo de' libri. Ho voluto bensì dare una idea possibilmente adeguata della importanza, della storia, del contenuto di queste tradizioni, tanto che se ne abbia una conoscenza da coloro che leggeranno i testi da me pubblicati. Ciò mi sia di scusa e di giustificazione ad un tempo.
Negli esempi che io cito i siciliani son sempre preferiti; nè ciò porta difetto di criterio, perchè in questo campo prender le mosse da Palermo o da altro luogo è suppergiù lo stesso, ed io, spoglio di preoccupazione, posso citare una novella siciliana sicuro di citarne (ammesse le debite differenze) una francese, inglese, tedesca ecc. Quel che è particolare, o si suppone come tale, entra nel novero delle tradizioni locali.
I.
Queste tradizioni popolari che con nome generico si dicono Fiabe, Novelle, prendono vari nomi dappertutto. Gl'Italiani del mezzogiorno le appellano conti; ma mentre i Siciliani di Palermo, Trapani, Siracusa e Caltanissetta le addimandano come i Calabresi e i Napolitani Cunti, quelli di Catania e di qualche comune del Messinese le chiamano favuli e corrottamente frauli27, qualche terminese Rumanzi e gli albanesi di Piana, Palazzo-Adriano, Contessa e Mezzojuso Pugaret.
| |
Palermo Fiabe Novelle Italiani Siciliani Palermo Trapani Siracusa Caltanissetta Calabresi Napolitani Cunti Catania Messinese Rumanzi Piana Palazzo-Adriano Contessa Mezzojuso Pugaret
|