E noi ci accendevamo nel viso, e cogli sguardi avidi accompagnavamo nei suoi pericolosi viaggi il giovane re, dividevamo le sue ansie, gioivamo de' suoi trionfi. E ci par quasi di vedere l'affettuosa narratrice dominarci colla parola efficace, rispondere a' nostri «perchè,» tenerci buoni colla minaccia d'una interruzione, guardarci or l'uno or l'altro tra paga della nostra attenzione e assorta nel filo della sua storia. Questi i soli ricordi che non ci usciranno mai di mente, perchè legati al cuore vergine ancora d'istruzione. Oggi nessuno cercherà più codesti racconti: i tempi volgono ad altro, i cuori hanno altri affetti da coltivare.
Eppure in qualunque fortuna della vita si trova egli una memoria così lieta, così serena come questa della nostra fanciullezza, in cui in una fata vedevamo un buon genio, in una farfalla dalle ali d'oro la buona ventura, in una stella che più brillava nel firmamento l'anima d'una nostra sorellina? La Fontaine, il primo favolista della Francia, non seppe dimenticare nella virilità l'estremo piacere provato nella fanciullezza udendo questi racconti32; Voltaire, uomo fatto si trasportava col pensiero e coll'affetto a' beati tempi in cui essi aveano ricreato l'orecchio della famiglia e de' vicini presso al focolare d'inverno, e compiangeva cheSous la raison les grâces étouffées
Livrent nos coeurs à l'insipidité33
Martino Lutero diceva che le meravigliose storie che rammentava dalla più tenera fanciullezza non le avrebbe date per un tesoro. Ma io temo, soggiunge il Teza, che questo amore alle prime memorie di quel forte e libero intelletto non accresca disprezzo alle novelline, già disprezzate abbastanza34.
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