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      La lor forma è semplice, schietta, ma espressiva, efficace, che dà luce e colorito alle cose che non l'hanno. Se pecca di monotonia nel ricorrere delle stesse circostanze, se si ripete per frasi e per voci, riconosciamo anche in questo una antichità della tradizione, come quella che procede per formole consacrate, che nessuno si attenta mai di violare. Nella prima delle mie novelle siciliane un mercante promette la sua bottega a chi saprà raccontargli una novella senza cominciare colle parole si raccunta; di tanti che vi si provano, nessuno vi riesce, altro che una fanciulla fatata. Quindi le stesse circostanze per ben tre volte ripetute con euritmia di frasi da somigliare a poesia, con modulazione di voce e misura di pause sempre conforme. Ma pure sorprendente è la rapidità dei passaggi da un fatto all'altro; se qualcuno ne è stato pretermesso, eccoti il racconto bruscamente sospeso, riprese il punto ove il fatto andava innestato, e poi proseguito il corso e farsi più rapido, più drammatico, senza pur l'ombra di quella maniera che governa la novella letteraria. I personaggi entrano in iscena senza che si attendano, parlano ed operano senza farsi prenunziare, scompariscono senza farsi più cercare.
      Queste le novelle che se ne stanno da tanti secoli confinate nel basso volgo.
      Ora se noi non vogliamo udirle a raccontare per mero diletto, facciam opera di salvarle dal vortice nel quale minaccia travolgerle l'avverso andazzo ognora crescente. Fu detto, e forse con esagerazione, che alcune delle Märchen raccolte dai fratelli Grimm invano si cercherebbero ora in Germania.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Primo
di Giuseppe Pitrè
pagine 500

   





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