Il Dr. Elia Lönrot, editore del Kalevala e del Kanteletar, per conoscere quel che diceva, quel che raccontava il basso volgo si vestì da popolano. Il luogotenente von Plönnies, valente scrittore di cose militari, in Darmstadt, porse i più grandi aiuti a suo cognato J. W. Wolf chiamando uno per uno i suoi soldati e facendo loro ripetere quanto sapessero di leggende, favole, proverbi e altre tradizioni62; un ufficiale che facesse altrettanto nel nostro esercito, ci guadagnerebbe, alla men trista, la patente di pazzo.
A tanto fervore di studi l'Italia non ha preso parte veramente attiva. Ben ha dato molte e ricche raccolte di canti popolari, ma una raccolta di novelle con gl'intendimenti scientifici che guidarono gli studiosi delle altre nazioni, fino a pochi anni addietro essa non l'aveva ancora. I libri di Temistocle Gradi, pregevolissimi per la forma, racchiudono novelle e tradizioni d'ogni genere, che offrono ottimi riscontri per la provincia di Siena63; ma lo egregio letterato guardò egli mai al sussidio che sarebbe per esse venuto alla storia del pensiero nel popolo? Vide egli di là dalla morale per lo spirito, e dalla lingua e dallo stile per la forma? Prima che noi, sono stati gli stranieri a darci l'esempio del come s'abbia a fare dove non s'è voluto o potuto fare. Widter e Wolf vanno in Venezia e vi raccolgono ventuna novella64; dodici ne raccoglie a Livorno Ermanno Knust65: e tutte trentatrè vedono la luce in Lipsia nel Jahrbuch für romanische und englische Literatur.
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