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      Riuscita a vuoto questa prova, il corpo viene esposto allato al palazzo del re, guardiani nove soldati. L'astuto figlio del murifabbro con una mula carica di vino oppiato, di notte ubbriaca le guardie e porta via il cadavere che va a seppellire. Un editto promette un premio a chi troverà il cadavere: questo è trovato, e la sera nuovamente e con nuove arti involato e riseppellito come la sera appresso; finchè il giovane, indotto per promesse a svelarsi, presentasi al re, e, premio di sua astuzia e audacia, ne ha in moglie la figliuola108.
      Abbiamo pertanto nel sec. XIX una novella stata scritta presso a 24 secoli fa senza notabili cangiamenti, ma solo con quelle leggiere variazioni di circostanze che nelle novelle anche d'uno stesso comune raramente mancano. Or se si pensi che Erodoto quattro secoli e mezzo prima dell'êra volgare non scriveva che quel che aveva visto e più ancora quel che aveva udito; che molti de' fatti da lui raccontati correano tradizionali109, si potrà agevolmente vedere se e quanto remota sia l'antichità delle novelle. Altra prova di antichità risulta dalla natura di esse, le quali così come sono non danno nulla a dubitare che sieno produzioni di popoli primitivi. Nella sua infanzia un popolo non racconta ma favoleggia; il racconto nasce nella civiltà, quando cioè vi hanno fatti da ricordare. La novella, la favola, sono portati di natura ancora vergine in vergine età. Mancando un passato si crea, si dà vita ad essere immaginarii, si danno loro passioni e istinti che trovano riscontro nelle passioni e negli istinti del popolo che ebbe bisogno di crearsi quel passato.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Primo
di Giuseppe Pitrè
pagine 500

   





Erodoto