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      Ma già senza ricorrere a' frammenti, noi abbiamo perfettamente conservato questo mito nel Re d'amuri siciliano135, che anche nel nome ricorda la favola suddetta.
      Fu detto esser la favola di Amore e Psiche piuttosto che una vera favola un'allegoria di qualche platonico o di qualche settario delle dottrine orfiche136. Sia che si voglia di questo, essa trovasi popolarizzata negli ultimi anni della letteratura antica per mezzo dell'immortale episodio dell'Asino d'oro137. Apulejo dice grecanica la favola138, ciò che l'ha fatta credere a taluni cavata da greci, e ad altri inventata alla maniera greca. A me pare che gli elementi mitici ne sieno antichissimi, e la forma seguita da Apulejo sia di vera novella senza neppure mancarvi il solito cominciamento: «C'era una volta un re ed una regina» (Erant in quadam civitate rex et regina)139. Psiche principessa bellissima, era più giovane di tre sorelle nate da genitori reali. Amata da Cupido, essi la esposero per consiglio dell'oracolo in un'alta rocca. Cupido fu sollecito a farla trasportare in un magnifico palazzo incantato e ninfe invisibili la servivano. Lo sposo la visitava di notte e spariva in sull'alba raccomandandole sempre di non cercar di riconoscerlo, altrimenti sarebbe perduta. Una volta trovandola triste e pensosa, per desiderio che ella avea di riveder le sorelle, le permise di riceverle a patto che non ne seguisse i consigli. Zefiro le condusse le sorelle. Ella raccontò loro della sua felicità e del suo amante, e licenziandole le fe' ricche di doni.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Primo
di Giuseppe Pitrè
pagine 500

   





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