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      È noto che questa favola venne abbreviata da Fulgenzio, e imitata da Corneille, Molière, Quinault, La Fontaine, La Prade. Il fondo fu rinnovato nel romanzo cavalleresco Parthenopeus de Blois, e il mito nella novella è stato studiato da Fiedländer141.
      È comune nelle novelline popolari di tutta Europa e quindi di Sicilia, il seguente scioglimento. La madre di un giovane principe scopre che una ragazza di casa sua ha fatto all'amore col figlio, e che, pregna di lui, si avvicina allo sgravo. La vecchia regina attende al varco la malcapitata nuora, cui si argomenta, per forza d'incanto di non far partorire; onde immalinconita non vuole più mangiare nè bere. La reginella entra in soprapparto, ma la vecchia strega, le mani inchiodate alla testa, non le permette d'uscire di tanto travaglio. Il principe fa tosto sonare a mortorio le campane della città, e ordina a un suo cortigiano che annunzii sotto la finestra della regina esser egli, principe reale, già morto. Tutto è eseguito, e la vecchia al doloroso annunzio scioglie le mani e si strappa i capelli. L'incanto è rotto; la giovane regina partorisce, ed intanto che le campane suonano a gloria per la nascita del figlio del giovane re, la vecchia, accortasi dell'inganno, si dà del capo nelle pareti e muore142.
      Or chi non vede in questo brano di novella il mito di Alcmena e di Lucina? Ovidio che raccolse e immortalò molti dei miti antichi, racconta che Giunone per fermare Alcide nel seno di sua madre, si valse dell'aiuto di Lucina, la quale, come si sa, presiedeva a' parti.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Primo
di Giuseppe Pitrè
pagine 500

   





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