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      Costei sotto forma d'una vecchia andò a sedere alla porta del palazzo di Alcmena, in una positura che impediva a questa principessa di partorire, e le facea provare violenti dolori. Galantide, ministra di Alcmena, avendo veduta questa vecchia in una positura sì strana, immaginò che fosse una strega che nocesse alla sua padrona, e per farla ritirare le disse che Alcmena erasi finalmente liberata. Lucina che le prestò fede si ritirò, e la sposa di Anfitrione partorì tantosto143. A' tempi di Plinio questo mito era una tradizione popolare, ed ecco in qual forma il celebre naturalista fa menzione della stregheria contro le donne in parto e di quella raccontata da Ovidio:
      «Adsidere gravidis, vel cum remedia alicui adhibeantur, digitis pectinatim inter se implexis, veneficium est, idque compertum tradunt Alcmena Herculem pariente; pejus, si circa unum ambove genua; item poplites alternis genibus imponi144.» Se si cercasse nel gran campo delle superstizioni popolari siciliane, forse si ritroverebbe tuttora un avanzo di questa pratica che il volgo metteva in uso ed ora riferisce senza coscienza nelle sue storielle. Intanto non sarà inutile il riscontrare i richiami fatti da Rinaldo Köhler su questo proposito145.
      Gli atti di valore, di ardimento e di grave pericolo sono molto frequenti nelle novelle. Per un giovane, cui spiriti maligni o benigni voglion perdere o salvare, esporsi ad imprese difficili, quasi impossibili, è come andare a festa. Non v'è cosa che lo perturbi, non cosa che lo arresti o gli tolga lo andare.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Primo
di Giuseppe Pitrè
pagine 500

   





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