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      Questi due esseri, ne' quali i due vincoli di sangue precedenti devono necessariamente potere più che i legami di cognazione, appariscono gli stessi in ogni ragione di letteratura popolare, in ogni atto della vita domestica. Suocera e nuora, dice il popolo, scesero in contesa dal cielo; e rappresentano la discordia. Nella novella però, la nuora è sempre il debole innocente. Entrambe perfidiano a danno della povera creatura; ma l'una, la suocera, per vedersi rapito il figliuolo, cui essa credeva di dover avere sempre suo, e per vedersi sfuggire il potere domestico, la verga del comando della famiglia; e l'altra per non avere la figliuola delle sue viscere tanto bella, tanto favorita dalle fate quanto la bella figlia del marito. Quella con maligna insinuazione intercetta e muta le lettere del figlio lontano per la guerra e della nuora che trema sulla sorte dei recenti suoi nati; questa conducendo la figliastra bellissima al re che l'ha chiesta in isposa la butta in mare e la sostituisce colla figlia sua bruttissima. Altrove la figliuola è fatta perdere in un bosco, incantare nella sua abitazione, morire nel palazzo del re ove quante donne vanno ad assistere la reginella nel parto, tante soccombono avvelenate da un serpente che non può uscire dall'alvo materno. Ma come la povera calunniata nuora è poi liberata da' suoi stessi figli già fatti grandicelli e possenti, così del pari la figliastra caduta in mano alla sirena è dalle sue catene da ultimo disciolta, ed esce dal laberinto del bosco ritornando sulle medesime tracce da lei calcate nell'entrare, ed è disincantata da un giovane principe che va a caccia, e porta in luce il temuto serpente.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Primo
di Giuseppe Pitrè
pagine 500