Pagina (83/500)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Altri doni fanno anche le fate, e quando prendono forma di romiti, tai doni piuttosto che di ricchezze e di bellezze, sono di pezzettini di cera, di laccetti, di castagne, di noci, di avellane, i quali, per quanto poveri di apparenza, valgono più delle ricchezze e delle bellezze, perchè con esse si esce dai più gravi pericoli, e si salva per virtù magica la vita. Sono le tavole di naufragio de' poveri eroi, che, mercè di essi, otterranno quel che sarà nei loro desiderii.
      L'influsso della fatagione si sviluppa e si manifesta secondo i vari oggetti fatati e le intenzioni delle fate. Una pupattola fatata fa andar matto un principe che la vuole in moglie, e un altro che dalla bellezza di essa argomenta la bellezza della padrona, per amor della quale non sente più le necessità della vita. Le pope sono ridenti, piangenti, parlanti. Parlano le colombe fatate, gli uccelli, i cavalli, e rivelano segreti che fanno piacere e meraviglia, dànno vita e morte. Parlano lampadari e boccette, seggiole e tavolini. Una penna, una setola, un laccio fatato, fanno prodigi se si bruciano al fuoco. Un temperino col quale s'intaccano i frassini d'un bosco, dà tanti quattrini quante sono le intaccature. Terribili le ossa d'un figlio di re stato scannato dai fratelli maggiori e seppellito in un campo! un contadino che ne fa un piffero, al primo fiatarvi dentro ne ottiene lamenti e parole che accusano i fratricidi. Vi hanno fichi bianchi e neri che fan nascere nuove membra, insolite code e corna lunghissime.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Primo
di Giuseppe Pitrè
pagine 500