Non so dar fine a questo capitolo senza uno rapido cenno de' luoghi ne' quali si compiono le opere de' personaggi fin qui messi a rassegna, e del tempo nelle novelle popolari in Sicilia. Molte di queste osservazioni, — è buono avvertirlo — si possono applicare alle novelle non siciliane.
I luoghi delle novelle sono la terra, il mare, l'inferno, il cielo in un senso molto indefinito: l'aria non mai, o rarissimamente come nella leggenduola di Giuda; bisogna uscir di Sicilia, fors'anche d'Italia, per ritrovare quest'elemento caro a' geni occulti del bene e del male. Ma la terra non è sempre nella sua superficie il teatro ove agiscono ed operano i personaggi della novella; esseri misteriosi, mezzo tra il divino e l'umano, eglino han bisogno d'involarsi agli occhi profani; però si sprofondano sottoterra, ove hanno palazzi incantati d'oro e d'argento con lumiere, candelabri, vivai, acque freschissime, fiori odorosi e quanto sa di bello e di fantastico. Tutto è sottoterra che si trova quassù: montagne, pianure, castelli, città, e perfino animali fatati. Sottoterra è tenuta, ignota a sè e ad altri, la principessa, cui l'indovino appena nata ha predetto che a 18 anni debba avvenirle una grave sventura; sottoterra la principessa, cui il padre si è prefisso di sposare a chi saprà ritrovarla; quella cui il mago tiene in sua potestà ed ogni notte rivede e lascia con la bocca serrata a catenaccio ecc.
Dal mondo di sopra si va a quello di sotto quasi sempre per un buco coperto da un fungo, da un cavolo, da un cespuglio, da un masso qualunque: in campagna.
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