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      Non di rado, scendendo, non si va di là dal pozzo, dalla cisterna, dalla fossa che si presenta più vicino a chi vi discende.
      I palazzi de' re sono i teatri di centinaia di drammi, e pare che gli eroi ed ogni altro personaggio non trovino nulla di meglio e di più adatto. Se tutte potessero descriversi, le scene che avvengono in que' palazzi, ne avremmo il riassunto di ogni novella, delle cento non essendovene meno di novanta ove i palazzi e le corti coi loro re e principini non facciano un gran giuoco.
      Nei viaggi si scorre per la campagna. I viaggi son lunghi, lunghissimi, e s'arriva a sciupare fino a sette paia di scarpe di ferro, ogni giorno un pajo, senza ancora giungere al proprio destino. I sentieri sono deserti e impraticabili: serpenti e scorzoni li rendono più che paurosi, ed è gran che se ogni tanto si trova, in sull'imbrunire, dopo la straziante fatica del giorno, sotto un Sole di fuoco, un romito che, ospitale sempre, alberga per una sera lo stanco viandante, dandogli un tozzo di pane, un sorso d'acqua, un giaciglio e, meglio d'ogni altra cosa, suggerimenti e indirizzi. Qui e qua s'incontrano i palazzi del Vento, di Scirocco, di Tramontana; città silenziose con uomini che si muovono senza fiatare; e vie strette e anguste fiancheggiate da case di cannibali. Sublimi sono gli orti incantati, ove è così difficile lo entrare come facile lo uscirne; quivi son conservate le acque della vita, le mele che suonano, gli uccelli che parlano e ogni altra di quelle bellezze che si dicono meraviglie del mondo.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Primo
di Giuseppe Pitrè
pagine 500

   





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