Se non che, le contrade del Portogallo e della Spagna sono cosģ ignote che si prendono per semplici cittą; mentre v'č una Londra d'Inghilterra, una Parigi di Francia con un Re di corona veramente ricco e potente. E Francia e Spagna son terre di grandi imprese; come la Turchia lo č di cattivitą.
Il tempo non č mai determinato nelle novelle. Quando s'č detto c'era una volta, s'č gią detto quanto basta, nč chi narra o chi ascolta vuol darsi la briga di cercare questa volta, quest'olim dei Latini, quest'einmal de' Tedeschi.
Tra un fatto e l'altro il tempo passa presto, perchč la novella, come dice un proverbio, non mette tempo165, e tu vedi sfilarti l'uno appresso dell'altro personaggi che, per l'ordine naturale delle cose, dovrebbero esser vissuti in tempi differenti, e raccorciare in un'ora, in un momento, anni interi e centinaia d'anni. Il qual fatto non avviene gią, a creder mio, per quelle illusioni diaboliche di cui son piene le finzioni popolari del medio evo166, nč tampoco per forza di fatagione come potrebbe supporsi a prima vista, sģ vero per la natura stessa delle tradizioni orali, e per la inclinazione innata del popolo di accostare epoche remote e di rappresentare come vivi e parlanti in uno stesso tempo, e quasi innanzi a noi, uomini e cose167.
Solo una volta per arte magica č protratto il giorno, quando il giovane che dee andare a consultare il Sole vede pel vicino tramonto di esso compromesso l'esito della sua impresa e come Giosuč gli dice: «Sole, non ti muovere!» In qualunque altro racconto anche storico, regna questa vaghezza di date, per cui gli accenni volgari di a tempi, allora, e via discorrendo.
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