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      Nè con ciò il popolo crede di offendere menomamente la sua religione, almeno in Sicilia; perchè le occasioni stesse in cui mette fuori tali novelline e il credito che vi presta comune ad altre novelle, mostra chiaramente che conto ne faccia. Le poche a cui aggiusta fede sono anzi quelle che più toccano non già la fantasia ma il cuore ed il sentimento religioso, e queste si legano a un passato doloroso per quel che soffrì G. C., e a un avvenire tremendo pei destini a cui son riserbati certi testimoni della sua passione.
      Cominciando da queste ultime, la veramente medievale per gli scrittori di credenze popolari al medio-evo è la leggenda di quel giudeo che fattosi all'uscio di casa sua per veder passare Gesù carico della croce, lo respinse con mal piglio verso la via quando il Nazzareno per istanchezza cercava appoggiarsi al muro; e gli disse: «Cammina!» Gesù gli rispose soltanto: «Io mi poserò, ma tu camminerai sempre;» e da quell'istante il disgraziato non ebbe mai più riposo. Dapprima seguì Gesù al Calvario fino a vederlo posare, poi si mise in volta camminando. Son diciannove secoli che egli cammina per regioni remote e diverse, nè mai ombra di riposo od aura di pace gli ha alleggerite le stanche membra. Son dei secoli parecchi che si diè a vedere nell'Oriente, e poi nell'Occidente, e si fe' conoscere a vescovi e a monaci, a contadini e a crociati; egli parlò di sè con profondo abbandono di spirito, di Gesù con venerazione dolorosa, dell'avvenire con isconforto. Il suo aspetto era di uomo vecchio, la barba bianchissima e lunghissima, la testa coperta di un cappello a larghe tese, la persona vestita di lunga giubba logora, un bastone alle mani sciupato dal tempo.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Primo
di Giuseppe Pitrè
pagine 500

   





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