Mio padre n'ebbe paura: «Oh! che vuol esser egli quest'uomo?» — «Non ti spaventare, rispose colui, io son chiamato Buttadeo.» Il buon uomo ricorda questo nome, invita il nuovo venuto a sedere e vuol sentire la sua istoria. Ma Buttadeo non può sedere, perchè condannato da Dio a camminar sempre; e mentre parla va innanzi e indietro movendosi, agitandosi sempre. Nel partire gli lasciava un ricordo, una divozione: la recita di cinque credi alla mano celeste oltre a un altro credo alla mano sinistra di Gesù.171» Quest'ultima circostanza per quanto frivola in apparenza dà un carattere essenziale della tradizionale comparsa, e richiama alle cinque monete che presso alcuni popoli l'Ebreo Errante ha, e che si avea in tasca nel momento appunto in cui ebbe la terribile condanna.
Altri particolari ci riferisce il popolo, ma non fanno al caso nostro. Nel Giudeo Errante s'è voluto vedere, con una allegoria, la nazione giudaica dispersa pel mondo eppur sempre viva, serbante le sue leggi, il suo carattere, la sua religione: questa l'opinione più comune sulla leggenda; ma forse si apponeva meglio quell'oscuro tipografo di Wissembourg, che stampando una storiella popolare del Juif Errant rappresentava un poverello il quale all'Ebreo Errante che passa chiede l'elemosina, mentre il giudeo impietosito gli lascia cadere nel cappello teso dal povero i cinque eterni soldi. Il difetto di carità lo condannò ad una perpetua vita di pene, la carità cerca riabilitarlo172!
Intanto mentre il Giudeo Errante gira sul mondo un altro giudeo, modificazione medievale anche lui173, gira sottoterra aspettando come il suo consorte di pena il giorno del giudizio.
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