Terribile condanna è questa nella fantasia del popolo, di lasciare gli offensori di Cristo nell'atto che ricorda l'offesa stessa!...
Fan parte del ciclo leggendario evangelico non poche storielle relative ai viaggi del Maestro cogli Apostoli. G. C. si reca ora in uno, ora in altro paese; i discepoli lo seguono sempre, e primo tra tutti S. Pietro, personaggio molto curioso nelle tradizioni di questo genere. Di faccia alla figura severa, integra e pure amabilissima del Maestro quella di Pietro fa un contrasto che mai il maggiore. Egli comparisce come uno spirito allegro a cui piacciono gli scherzi, le burle, le capestrerie d'ogni maniera. Talora, per non dir di frequente, ne è vittima egli stesso allorchè presume di dover corbellare o di aver corbellato i suoi compagni. In più d'una occasione egli si trova in sì brutto imbarazzo e a così mal termine da compromettere la sua vita; e ci vuole tutta la paziente benevolenza del Maestro per uscirne salvo. Questi, peraltro, sa compatirlo, perchè lo conosce buono, ed anzi non isdegna alcuna volta di vederlo a piacevoleggiare, e gliene dà l'appicco egli stesso affidandogli incombenze ed operando qualche miracolo. Ben è vero che nelle molte versioni di queste leggende in luogo di S. Pietro sta un altro personaggio con altro nome, ciò che pure avviene per G. C., ma questo non è sempre: e molti sono gli aneddoti, le leggenduole, le novelline in cui e l'uno e l'altro operano e parlano col loro nome e col carattere che ha loro impresso la gente ove tali tradizioni nacquero e i popoli presso i quali si diffusero180. Anche la Madre di S. Pietro entra in iscena in codesto dramma leggendario, ma il figlio allora non è più l'uomo degli sbagli che provocano ilarità e degli errori che il mettono a pericolo di vita; egli è diventato il guardiano del paradiso, che vista la madre a bruciare nell'inferno punita della sua antica avarizia, prega il Signore che voglia una volta trarla di tanto patire.
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